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Nasce un nuovo blog dedicato al lavoro e all’impresa

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Riceviamo & Pubblichiamo

Le (fumose) proposte del PD sul lavoro
Articolo di Giampiero Falasca da Lavoroeimpresa.com

Ieri il Partito Democratico ha elencato alcune misure urgenti che, a suo dire, dovrebbero esssere approvate dal nuovo governo in materia di lavoro.

Gli interventi variano molto, alcuni hanno la finalità di stimolare la crescita, altri intervengono sulle regole del lavoro.

Si parte con un pò di spesa pubblica: il pagamento da parte  Pubblica Amministrazione alle imprese, con emissione di titoli del tesoro dedicati, e il potenziamento a trecentosessanta gradi degli strumenti di Cassa Depositi e Prestiti per la finanza d’impresa.

Nella stessa direzione, si prevede l’allentamento del Patto di

stabilità degli Enti local

, per rafforzare gli sportelli sociali e per un piano di piccole opere a cominciare da scuole e strutture sanitarie. Misura, questa, che somiglia alla funesta esperienza dei lavori socialmente utile.

Si prevede inoltre, con una chiara strizzata d’occhio al movimento di Grillo, l’attuazione di un programma per la banda larga e lo sviluppi dell’Ict.

Si passa, infine, alle misure dirette a cambiare le regole.

La prima è la riduzione del costo del lavoro stabile per eliminare i vantaggi di costo del lavoro precario; da anni si gira intorno a questo concetto, e ogni volta la montagna produce il topolino (e, anzi, di solito queste misure portano aumenti del costo del lavoro, come accaduto con la legge Fornero).

Si prevede poi un “fumoso” richiamo al “superamento degli automatismi della legge Fornero”. Questa parte è quella che lascia più perplessi. Di fronte all’enorme problema esistente nel sistema giuridico – la complessità, l’insensatezza e la farraginosità di molte regole – si propone di risolvere un pezzettino del problema (gli automatismi, pensiamo noi, sul lavoro a progetto e le partite iva), dimostrando di non aver capito molto.

Servirebbe un piano straordinario di semplificazione, che potrebbe creare uno shock positivo sull’intero sistema del lavoro.

La parte delle proposte si chiude con un libro dei sogni, anche qui molto diretto a strizzare l’occhio al Movimento 5 Stelle: il salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale, l’avvio della universalizzazione delle indennità di disoccupazione e introduzione di un reddito minimo d’inserimento, la salvaguardia degli esodati.

La salvaguardia degli esodati è sacrosanta, le altre misure possono essere discusse, ma un punto manca: come si pagano questi interventi?

Qualcuno avvisi Bersani che la campagna elettorale è finita.


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